A questi temi è stato apposto che fossero troppo facili rispetto alla estensione delle cognizioni che i programmi richiedono agli alunni della Sezione Fisico-Matematica. Ma noi persistiamo a credere convenirsi a tali esami piuttosto i temi facili che difficili. Imperocché questi non valgono che a cimentare l’acume dei più valenti, e confondono poi nella medesima riprovazione la moltitudine dei mediocri con gl’infimi, rendendo inevitabile la pietà degli esaminatori, la quale finisce col togliere efficacia all’esame e farlo fallire al proprio scopo. Laddove il tema facile smaschera gl’indegni, è accessibile ai mediocri, e lascia poi ai migliori l’agio di addimostrarsi tali con la scelta dei metodi più spediti ed eleganti e con l’aggiunta di giudiziose osservazioni.
Tratto dalla relazione della commissione che preparò i temi dell’esame finale della Sezione Fisico-Matematica dell’Istituto Tecnico, presieduta dall’illustre matematico Enrico D’Ovidio (1886).