
di Stefano Isola
Può apparire stupefacente che nella gran parte delle discussioni pubbliche correnti su temi come scuola e università, e in generale sull’istruzione di massa, o sulla ricerca scientifica e la sua rilevanza sociale, si proceda quasi invariabilmente nascondendo dietro una cortina di connessioni e dettagli secondari, quando non elusivi, il fatto che l’oggetto stesso del discorso è qualcosa che, in quanto tale, fondamentalmente non funziona più, compiendo così, come ha scritto Edoardo Gianfagna, un atto di omertà di fronte al fallimento della nostra cultura.
La cortina fumogena raggiunge poi livelli inquietanti quando si proclama con compiacimento l’avvento di una sedicente “società della conoscenza” – concomitante all’esplosione delle tecnologie della comunicazione – tacendo del tutto i processi degenerativi che pure si palesano con crescente brutalità agli occhi di chiunque abbia a cuore la vitalità, e dunque la sopravvivenza, della cultura umana. E non parliamo soltanto dell’ignoranza e dell’analfabetismo funzionale dilaganti ovunque, e in modo particolare nel nostro paese, ma anche dei processi di trasformazione più o meno silenziosi che hanno investito le istituzioni fondamentali della trasmissione e della produzione della cultura, modificandole profondamente: se la scuola era un’oasi di tempo improduttivo, ora sta tramutandosi in un’appendice del sistema globale di produzione e consumo delle merci, come testimoniato tra le altre cose dal lessico economicistico, dalle pratiche d’insegnamento improntate all’intrattenimento e all’“innovazione” incessante, dalla scuola-lavoro, etc.; analogamente, se nell’università e nei centri di ricerca fino a qualche tempo fa si manteneva viva la dimensione della libera indagine intellettuale – la quale se anche stimolata da problemi concreti procede combinando metodo ed inventiva, con ampio margine d’imprevedibilità riguardo agli esiti –, oggi il termine “ricerca” significa perlopiù gestione di risorse per la messa in atto di protocolli standardizzati e finalizzati ad obiettivi specifici assegnati in partenza.
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