Quando il governo cinese ha annunciato il ban criptovalute Cina una proibizione totale di ogni attività legata alle criptovalute sul territorio nazionale, l’intero ecosistema ha subito una scossa immediata. Il provvedimento, in vigore dal 2021 e consolidato nel 2024, interessa sia il mining sia il trading, e ha conseguenze dirette per chi detiene Bitcoin la più grande criptovaluta per capitalizzazione di mercato e per chi opera con exchange esteri. Scopriamo cosa significa realmente per gli investitori cinesi e per chi ha contatti con la Cina.
Una cronologia delle decisioni cinesi
Il controllo cinese sulle criptovalute è iniziato nel 2013, quando si è deciso di classificare il Bitcoin come una "merce virtuale" e di vietare alle banche di fornire servizi correlati. La svolta più drammatica è avvenuta nel settembre 2017, con il divieto di ICO Initial Coin Offerings, offerte di token non regolamentate e la chiusura forzata delle piattaforme di scambio locali.
Il 21 maggio 2021 il Comitato per la stabilità finanziaria un organo del Consiglio di Stato guidato dal Vice Primo Ministro ha esplicitamente ordinato la repressione di mining e trading di Bitcoin, citando “rischi sistemici” e “consumo energetico eccessivo”.
Nel 2024 la People's Bank of China la banca centrale cinese ha pubblicato un avviso permanente che dichiara le criptovalute non come moneta legale e proibisce qualsiasi forma di emissione o scambio.
Il quadro normativo attuale
Le restrizioni cinesi si articolano su più livelli:
- Divieto assoluto a livello nazionale di scambi, ICO, derivati e servizi correlati.
- Le istituzioni finanziarie non possono aprire conti, accettare depositi o effettuare settlement in criptovaluta.
- Le piattaforme internet devono bloccare e segnalare contenuti legati ai token.
- Gli exchange esteri non possono fornire servizi a residenti cinesi.
- Il Ministero della Sicurezza Pubblica agente di contrasto al riciclaggio monitora transazioni sospette e collabora con le banche per identificare attività cripto.
Nonostante la normativa, il trading “offline” e i canali peer‑to‑peer continuano a funzionare, dimostrando le difficoltà di far sparire una rete decentralizzata.
Che rischi affrontano i titolari di Bitcoin
Chi possiede Bitcoin in Cina o ha legami con il mercato cinese deve superare diversi ostacoli:
- Accesso agli exchange internazionali: gli exchange con sede fuori dalla Cina non possono accettare clienti cinesi, perciò è difficile convertire BTC in valuta fiat.
- Controlli AML: National Development and Reform Commission l'organo che ha guidato la chiusura delle miniere di Bitcoin impone severe sanzioni alle strutture che continuano a minare, aumentando il rischio di perquisizioni.
- Rischio di congelamento dei fondi: le banche cinesi possono bloccare qualsiasi trasferimento verso conti collegati a wallet cripto se rilevano attività sospette.
- Assenza di ricorso legale: le controversie legate a Bitcoin non hanno un percorso giudiziario interno.
La perdita di liquidità è il timore più grande, soprattutto per chi dipende dal trading per guadagni a breve termine.
Strategie di mitigazione per gli investitori
Ecco alcune pratiche consigliate per ridurre l’esposizione al rischio cinese:
- Usare wallet non custodial: conservare i propri private key fuori dal territorio cinese, ad esempio su hardware wallet o su cloud con crittografia robusta.
- Utilizzare exchange offshore piattaforme con sede in paesi con normative più permissive che accettano VPN e non richiedono verifiche legate alla cittadinanza cinese.
- Convertire periodicamente una parte dei Bitcoin in stablecoin su blockchain che supportano trasferimenti rapidi, per poi prelevare via canali non bancari.
- Monitorare le comunicazioni della People's Bank of China e degli organi di sicurezza per individuare eventuali cambi di policy.
- Considerare diversificazione in asset digitali meno visibili, come monete private con basso profilo di mercato.
Confronto con altre giurisdizioni
| Paese/Regione | Tipo di divieto | Possibilità di trading | Note |
|---|---|---|---|
| Cina | Divieto totale di scambi, mining e ICO | Solo peer‑to‑peer, difficilmente da exchange esteri | Enfasi su CBDC (e‑yuan digitale) |
| Stati Uniti | Regolamentazione finanziaria, ma trading consentito | Exchange registrati, KYC obbligatorio | Focus su AML e reporting IRS |
| Unione Europea | MiCA in via di approvazione, trading legale | Exchange con licenza UE, custodial e non custodial | Protezione consumatore più forte |
| Singapore | Regolazione leggera, licenza per exchange | Trading aperto, incentivi per blockchain | Hub regionale per cripto asiatiche |
Il confronto mostra quanto la Cina sia isolata rispetto a mercati che puntano a regolamentare anziché proibire.
Il futuro: CBDC cinese e possibili evoluzioni
Parallelamente al divieto, la Cina sta testando il CBDC cinese una valuta digitale emessa dalla Banca Popolare della Cina, conosciuta come e‑yuan. L’obiettivo è mantenere il controllo sui pagamenti digitali senza aprire le porte alle criptovalute decentralizzate. A breve termine, è improbabile che il governo revoca il ban; però, si prevede una maggiore integrazione dei wallet e‑yuan con piattaforme fintech locali.
Alcuni analisti ipotizzano un “regime ibrido”: licenze limitate per exchange con stretti controlli KYC e obbligo di conversione immediata in e‑yuan. Se dovesse emergere, i titolari di Bitcoin potrebbero dover passare attraverso un “gateway” controllato dallo Stato per convertire i token in valuta digitale governata.
Conclusioni pratiche
Il divieto cinese è solido sulla carta ma la realtà dimostra che gli utenti trovano vie alternative. Per i titolari di Bitcoin la priorità è proteggere le chiavi private, mantenere gli asset al di fuori del confine giurisdizionale e restare aggiornati su ogni comunicazione ufficiale. Anche se il mercato globale reagisce alle notizie dalla Cina, la tua esposizione personale dipenderà da quanto effettivamente riesci a isolare i tuoi fondi dalla rete di controllo locale.
Domande frequenti
Il ban cinese impedisce completamente il mining di Bitcoin?
Le autorità hanno chiuso quasi tutte le operazioni di mining su larga scala dal 2021, ma piccole attività clandestine continuano in regioni remote. Il rischio di perquisizione rimane alto.
Come posso scambiare Bitcoin senza violare le leggi cinesi?
L’opzione più sicura è usare un wallet non custodial e un exchange offshore con verifica basata su identità non legata a un documento cinese. L'uso di VPN è comune, ma comporta comunque rischi legali se scoperti.
Le stablecoin sono soggette al divieto?
Le stablecoin non sono esplicitamente citate nel divieto, ma gli exchange che le offrono a residenti cinesi sono comunque vietati. La prudenza suggerisce di trattarle come qualunque altra cripto.
Qual è la differenza tra il ban cinese e la normativa europea MiCA?
Mentre la Cina proibisce totalmente le attività cripto, la MiCA mira a regolare gli asset digitali, imponendo requisiti di capitale, trasparenza e protezione degli investitori.
Il CBDC cinese renderà obsoleto Bitcoin in Cina?
Il CBDC offre un’alternativa digitale controllata dallo Stato, ma non può eliminare la domanda di Bitcoin a livello globale. Probabilmente coesisteranno, con Bitcoin relegato a usi più speculativi.