Minare criptovalute in Iran è legale, ma solo se rispetti regole che cambiano ogni mese. Non è un gioco da ragazzi. Nel 2025, il governo iraniano ha messo in piedi un sistema di licenze, controlli energetici e divieti improvvisi che rendono l’attività più rischiosa che mai. Se pensi di poter iniziare a minare Bitcoin o Ethereum lì per i costi elettrici bassi, ti sbagli. Il vero costo non è l’energia: è l’incertezza.
Il mining è legale? Sì, ma solo con la licenza del Banco Centrale
Dal gennaio 2025, l’unico ente che può autorizzare chiunque a minare criptovalute in Iran è la Central Bank of Iran (l’ente statale che controlla tutte le transazioni finanziarie, comprese quelle legate alle criptovalute). Prima di quel momento, il mining era in una zona grigia: non vietato, ma non regolato. Ora, ogni singolo minatore - individuo, azienda o gruppo - deve ottenere una licenza ufficiale, aprire un conto bancario approvato dal CBI, e dichiarare ogni transazione in rial iraniano. Non ci sono eccezioni. Anche se hai un impianto in garage, devi registrarti. E se non lo fai, rischi confisca dell’attrezzatura e multe pesanti.
Il vero costo: energia a prezzi altissimi (e controlli severi)
Per anni, l’Iran ha vantato le tariffe elettriche più basse del mondo: circa 0,004 dollari per kWh per le industrie. Era l’attrattiva principale per i minatori. Ma dopo i blackout estivi del 2024, tutto è cambiato. Il governo ha imposto tariffe di mining più alte di quelle di qualsiasi altro settore ad alto consumo energetico. Perché? Perché i minatori non autorizzati stavano rubando circa 2.000 megawatt di elettricità - un quantitativo che avrebbe potuto alimentare milioni di case. Ora, i minatori legali pagano di più, ma soprattutto, ricevono meno energia. Durante i picchi di domanda, Tavanir, il gestore statale dell’elettricità, stacca la corrente ai minatori per dare priorità a ospedali, scuole e case.
Le macchine devono essere approvate dal governo
Non puoi semplicemente comprare un ASIC e collegarlo alla rete. Tutti i dispositivi di mining devono essere approvati dal Ministry of Industry, Mine and Trade (l’ente governativo che controlla l’industria e le risorse minerarie in Iran). Questo significa che solo modelli specifici, spesso quelli più vecchi o meno efficienti, sono autorizzati. I nuovi dispositivi, più veloci e più efficienti, vengono bloccati per evitare che i minatori aumentino il consumo. È un paradosso: vuoi essere efficiente? Il governo ti impedisce di esserlo. Questo ha spinto molti minatori a usare hardware obsoleto, che consuma più energia e produce meno profitto.
Il mining illegale non è un problema dei singoli - è un problema dello stato
Qui sta il cuore del problema. Mentre i privati lottano con licenze, controlli e tagli di corrente, le operazioni di mining legate all’IRGC (la Guardia Rivoluzionaria Islamica, un’organizzazione militare e politica iraniana con poteri economici enormi) operano in silenzio, senza pagare bollette. Un impianto da 175 megawatt a Rafsanjan, nella provincia di Kerman, è gestito da una joint venture tra l’IRGC e investitori cinesi. Usa energia sussidiata, non dichiara niente, e non rispetta alcuna regola. Secondo le stime di NCR-Iran, queste operazioni statali controllano circa il 65% di tutta la capacità di mining in Iran. Questo crea un doppio sistema: un mondo per i privati, un altro per i collegati al potere. E questo rende l’ambiente estremamente instabile per chi vuole fare affari in modo legale.
Le restrizioni non riguardano solo il mining - riguardano tutti
Il governo non si ferma al mining. Nel febbraio 2025, ha vietato tutte le pubblicità di criptovalute, online e offline. Non puoi più fare annunci su Instagram, YouTube, o persino sui cartelloni stradali. E non è tutto. A dicembre 2024, il CBI ha bloccato tutti i pagamenti tra criptovalute e rial attraverso i siti web. Per 23 giorni, un milione di iraniani non ha potuto acquistare Bitcoin per pagare beni essenziali. È successo perché il governo voleva controllare i flussi di denaro. Quando hanno parzialmente riaperto i pagamenti a gennaio, l’hanno fatto solo tramite un’API governativa: ogni transazione è tracciata, registrata, e monitorata. Non c’è privacy. Non c’è libertà.
Perché il mining in Iran è sempre più un rischio
La domanda che tutti si fanno: perché il governo permette ancora il mining? La risposta è semplice: denaro. Nel 2022, il mining di Bitcoin in Iran valeva circa 1 miliardo di dollari all’anno. Ma i guadagni non vanno ai minatori privati. Vanno allo stato, attraverso le licenze, le tasse, e le operazioni controllate dall’IRGC. Per questo, il governo non vuole chiudere del tutto il settore: vuole controllarlo. Ma ogni volta che il sistema elettrico si surriscalda - cosa che succede quasi ogni estate - il governo chiude tutto. Nel 2024, il blocco durò quattro mesi. Se l’estate 2025 sarà come quella precedente, potrebbe succedere di nuovo. E questa volta, potrebbe essere più lungo.
Chi ci guadagna davvero?
Non i minatori. Non i cittadini. Non gli investitori stranieri. Il vero vincitore è lo stato iraniano. Attraverso il CBI, controlla ogni transazione. Attraverso l’IRGC, controlla la maggior parte dell’energia. Attraverso i divieti, elimina la concorrenza. E sta già preparando il colpo finale: il Rial Currency (la valuta digitale statale iraniana, non minabile e completamente controllata dal governo). È l’equivalente digitale del rial, ma senza decentralizzazione. Non puoi minarlo. Non puoi scambiarlo liberamente. Puoi solo usarlo quando il governo lo permette. È l’obiettivo finale: sostituire le criptovalute con una moneta controllata, tracciabile, e impossibile da evadere.
Cosa succede se provi a minare comunque?
Se sei un privato e provi a minare senza licenza, rischi: confisca dell’attrezzatura, multe fino a 100 milioni di rial (circa 2.000 dollari), e persino arresti. Se sei un’azienda, perdi la licenza, ti chiudono il conto bancario, e sei bloccato dal sistema finanziario iraniano. E se pensi di nascondere il tuo impianto in una moschea - come fanno alcuni - sappi che le autorità hanno già individuato e chiuso decine di questi siti. Non è un sistema che si può ingannare a lungo. Il governo ha strumenti di monitoraggio avanzati, e sa esattamente dove va l’energia.
È ancora conveniente minare in Iran nel 2025?
No. Non lo è. I costi elettrici sono bassi, ma il rischio è altissimo. I profitti sono ridotti dai costi di licenza, dai limiti di energia, dai dispositivi obsoleti, e dalla possibilità di un blocco improvviso. Inoltre, i flussi di criptovalute verso l’Iran sono calati dell’11% nel primo semestre del 2025, secondo TRM Labs. I minatori privati stanno abbandonando il settore. I grandi operatori, quelli con i collegamenti politici, continuano. Ma per chi non ha protezioni, è un campo minato. L’Iran non è più un paradiso per il mining. È un laboratorio di controllo statale, dove l’energia è un’arma, e le criptovalute sono un mezzo per rafforzare il potere, non per liberarlo.
È ancora legale minare criptovalute in Iran nel 2025?
Sì, ma solo se hai una licenza rilasciata dalla Central Bank of Iran e dal Ministry of Industry, Mine and Trade. Senza licenza, il mining è illegale e punito con confisca dell’attrezzatura e multe.
Perché il governo iraniano ha imposto restrizioni così severe?
Perché il mining non autorizzato ha causato gravi blackout nazionali nel 2024, rubando circa 2.000 megawatt di elettricità. Il governo vuole controllare il consumo energetico e impedire che le risorse siano usate da operatori non autorizzati, soprattutto quelli collegati all’IRGC.
Quali sono i costi elettrici per i minatori legali in Iran?
I minatori legali pagano le tariffe più alte tra tutti i settori ad alto consumo energetico, anche se l’elettricità in Iran è generalmente sussidiata. Il costo effettivo varia, ma è stato aumentato per scoraggiare il consumo eccessivo e compensare i blackouts.
Posso usare hardware moderno per minare in Iran?
No. Solo i dispositivi approvati dal Ministry of Industry, Mine and Trade sono autorizzati. I modelli più recenti e efficienti sono spesso bloccati per limitare il consumo energetico, costringendo i minatori a usare attrezzature obsolete.
Perché i minatori dell’IRGC non vengono puniti?
Perché l’IRGC è un’entità statale con poteri politici e militari. I suoi impianti usano energia sussidiata senza pagare bollette e operano al di fuori del sistema di licenze. Il governo non li controlla - li usa.
Cosa succederà al mining in Iran nei prossimi anni?
La tendenza è verso la completa centralizzazione. Il governo sta lanciando il Rial Currency, una valuta digitale controllata dal CBI, che sostituirà le criptovalute decentralizzate. Il mining privato sarà sempre più marginale, mentre le operazioni statali e legate all’IRGC domineranno il settore.