I migliori paesi per il trading di criptovalute nel 2025

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I paesi che meglio soddisfano le tue esigenze

Se stai cercando il posto migliore per fare trading di criptovalute nel 2025, non basta guardare dove il prezzo del Bitcoin è salito di più. La vera differenza la fanno regole chiare, tasse basse e infrastrutture affidabili. Mentre alcuni paesi ancora lottano per capire se le criptovalute sono legali, altri hanno costruito sistemi interi attorno a loro. Ecco dove conviene davvero operare oggi.

Emirati Arabi Uniti: zero tasse, zero complicazioni

Gli Emirati Arabi Uniti sono il posto più semplice per chi vuole fare trading senza dover pagare una lira di tasse sulle plusvalenze. Dal 2022, la Virtual Assets Regulatory Authority (VARA) ha creato il primo regolatore al mondo dedicato esclusivamente alle criptovalute. Non ci sono tasse sul reddito personale, né sulle vendite di cripto. Non ci sono limiti su quanti Bitcoin puoi comprare o vendere.

Per aprire un’attività, devi ottenere una licenza VARA, e il processo dura tra 30 e 45 giorni - molto più veloce dei 6-12 mesi richiesti in Europa. Le piattaforme come Abu Dhabi Digital Assets Reality (AD DART) approvano i conti aziendali in 24 ore. Ma attenzione: il costo annuale per mantenere una licenza è di circa 326.000 dollari, compresi 136.000 dollari di assicurazione professionale. Non è per i piccoli trader, ma perfetto per chi ha un business serio.

Se vuoi vivere lì, l’Investor Visa costa 204.000 dollari in investimento immobiliare e viene rilasciato in 30-60 giorni. Niente burocrazia infinita. Niente tasse. Solo mercati aperti 24/7.

Svizzera: la regola d’oro per la sicurezza

La Svizzera non è il paese più economico, ma è il più affidabile. Dal 2021, la DLT Act ha dato alle criptovalute uno status giuridico chiaro: non sono denaro, non sono beni, ma qualcosa di nuovo - e questo ha cambiato tutto. Le piattaforme devono tenere separati i fondi degli utenti dai propri, anche in caso di fallimento. Questo significa che se un exchange va in bancarotta, i tuoi Bitcoin sono ancora tuoi.

Nel Cantone di Zug, conosciuto come "Crypto Valley", vivono oltre 1.000 aziende blockchain, tra cui l’Ethereum Foundation e Cardano. Il tasso d’imposta sulle società è del 13,67%, e per i privati non ci sono tasse sulle plusvalenze se tieni le cripto per più di un anno. Anche il governo di Zug accetta i Bitcoin per pagare le tasse: dal 2021, sono stati incassati oltre 56 milioni di dollari in cripto.

Ma non è tutto facile. Ogni cantone ha regole diverse. Ginevra applica il 24% di tassa sulle plusvalenze personali, mentre Zug no. Devi studiare bene dove vivi. E se vuoi vivere qui senza lavorare, puoi scegliere la "lump-sum taxation": paghi un importo fisso annuo di circa 280.000 dollari, indipendentemente dai tuoi guadagni. È costoso, ma prevedibile.

Singapore: l’infrastruttura più veloce del mondo

Singapore non è il paese più economico, ma è il più efficiente. La Monetary Authority of Singapore (MAS) richiede che tutte le piattaforme di trading abbiano una licenza e un capitale minimo di 740.000 dollari. Sembra un ostacolo? In realtà è un vantaggio. Questo filtro elimina i giocatori improvvisati e lascia solo operatori seri.

Le piattaforme qui hanno un tempo di risposta medio dell’API di 127 millisecondi - il più veloce al mondo. I server sono in grado di gestire milioni di operazioni al secondo senza cadute. Il 99,99% di uptime, secondo CoinGecko 2025. Non ci sono tasse sulle plusvalenze per i privati. Le aziende pagano il 17% di tassa sulle società, ma possono beneficiare di sgravi fiscali se investono in innovazione.

Il problema? Il costo iniziale. Se sei un piccolo trader o un startup, 740.000 dollari di capitale sono fuori portata. Ma se hai già un business, Singapore ti dà accesso a un ecosistema dove banche, exchange e fondi istituzionali lavorano insieme. È il posto migliore per chi vuole scalare.

Illustrazione testurizzata di una baita svizzera dove si accettano Bitcoin per pagare le tasse, in un villaggio montano.

Portogallo: zero tasse, ma con un prezzo

Il Portogallo offre una delle tasse più basse d’Europa: zero su tutte le plusvalenze da criptovalute per i residenti. Non importa se guadagni 10.000 o 10 milioni di euro. Non paghi nulla. E non c’è tassa sulle transazioni tra cripto e fiat.

Per godere di questo vantaggio, devi diventare residente fiscale. La via più comune è il Golden Visa: devi investire almeno 500.000 euro in un immobile. Il processo richiede 18-24 mesi, ma una volta ottenuto, puoi vivere lì e non pagare mai più tasse sulle cripto. Un trader americano su Reddit ha calcolato che, dopo il trasferimento, ha risparmiato 38.000 euro l’anno.

Il problema? La burocrazia. I documenti richiesti sono tanti, e i tempi sono lunghi. E se non hai mezzo milione da investire, questa opzione non è per te. Ma per chi può permetterselo, è il modo più semplice per eliminare le tasse sulle cripto in Europa.

Ucraina: l’adozione più alta, ma con rischi

L’Ucraina è al primo posto nell’indice di adozione di Chainalysis 2025. Per ogni abitante, il valore medio di cripto scambiato è più alto che in qualsiasi altro paese. Perché? Perché dopo l’invasione russa, molti hanno usato le criptovalute per ricevere aiuti, pagare servizi e proteggere i risparmi dall’inflazione.

Il governo non tassa le plusvalenze personali, e le piattaforme locali sono tra le più accessibili al mondo. Ma qui il rischio non è fiscale. È di sicurezza. La guerra continua. Gli exchange possono essere colpiti da attacchi informatici o interruzioni di rete. Le banche locali hanno difficoltà a collaborare con le aziende crypto: solo il 37% riesce a mantenere un conto bancario tradizionale.

Se sei un trader occasionale, l’Ucraina è un esempio di cosa può fare la cripto in un paese in crisi. Ma se cerchi stabilità, non è il posto giusto.

Illustrazione testurizzata di un data center a Singapore con server veloci e trader che osserva grafici cripto in tempo reale.

Perché non funzionano altri paesi

La maggior parte dei paesi europei ha adottato la MiCA (Markets in Crypto-Assets), entrata in vigore nel giugno 2025. Questo ha reso le regole più uniformi, ma non più semplici. Le aziende devono ora rispettare 27 diversi regolatori nazionali, anche se il quadro è armonizzato. Il costo di conformità è sceso del 37%, ma rimane alto per le piccole imprese.

Negli Stati Uniti, il Bitcoin è trattato come una proprietà. Ogni volta che vendi, devi calcolare la plusvalenza. Le tasse vanno dallo 0% al 37%, a seconda del tuo reddito e del tempo di detenzione. Wyoming ha 20 leggi amichevoli, ma è solo uno stato. Se vivi in California o New York, devi comunque pagare tasse elevate.

El Salvador ha reso il Bitcoin legale tender, ma il suo bond da 100 milioni di dollari è rimasto per lo più non venduto. I mercati non fidano. La Banca Mondiale e il FMI hanno messo in guardia: l’adozione forzata senza infrastrutture solide crea instabilità.

Come scegliere il tuo paese

Non esiste un "miglior paese" per tutti. Dipende da cosa cerchi:

  • Se vuoi zero tasse e vivere in un paese stabile: Emirati Arabi Uniti
  • Se vuoi sicurezza giuridica e un ecosistema maturo: Svizzera
  • Se vuoi velocità e tecnologia: Singapore
  • Se hai i soldi per un investimento immobiliare e vuoi evitare le tasse in Europa: Portogallo
  • Se vuoi sfruttare l’adozione di massa ma accetti rischi: Ucraina

Non importa dove vai, devi capire le regole locali. In Svizzera, devi sapere se vivi a Zug o a Ginevra. Negli Emirati, devi capire se stai operando come privato o come azienda. A Singapore, devi avere il capitale per la licenza. Non esistono scorciatoie.

Il futuro è nei regolatori chiari

Nel 2027, secondo il World Economic Forum, 65 dei 200 paesi del G20 avranno un quadro normativo completo per le criptovalute. Ma finché ci saranno differenze tra un paese e l’altro, ci saranno anche opportunità. I trader intelligenti non cercano il paese più popolare. Cercano il paese più prevedibile.

La cripto non è più un fenomeno da underground. È un asset finanziario. E come tutti gli asset, funziona meglio dove ci sono regole chiare, non dove ci sono slogan.

Quali paesi non tassano le plusvalenze da criptovalute nel 2025?

Nel 2025, i paesi che non tassano le plusvalenze personali da criptovalute sono: Emirati Arabi Uniti, Portogallo (per residenti), Svizzera (per detenzione lunga termine), Singapore (per privati) e Ucraina. Tuttavia, le condizioni variano: in Portogallo serve un investimento immobiliare di 500.000 euro, in Svizzera bisogna risiedere nel cantone giusto, e negli Emirati non ci sono tasse ma costi elevati per le licenze aziendali.

È sicuro fare trading in Emirati Arabi Uniti?

Sì, molto. Gli Emirati hanno il regolatore più avanzato al mondo (VARA), che richiede trasparenza, segregazione dei fondi e assicurazione professionale. Le piattaforme autorizzate hanno un’ottima reputazione, con un rating medio di 4,6 su Trustpilot. Il rischio principale non è la legalità, ma il costo: mantenere una licenza aziendale costa oltre 300.000 dollari all’anno.

Perché la Svizzera è considerata la migliore per la sicurezza?

La Svizzera ha la DLT Act, una legge che riconosce le criptovalute come asset distinti e obbliga gli exchange a tenere separati i fondi degli utenti dai propri. Questo significa che anche se un exchange fallisce, i tuoi Bitcoin non vengono usati per pagare i suoi debiti. Inoltre, il Cantone di Zug ha dimostrato che le cripto possono essere integrate nel sistema fiscale reale, accettando Bitcoin per pagare le tasse.

Posso fare trading di criptovalute in Italia senza pagare tasse?

No. In Italia, le plusvalenze da criptovalute sono tassate al 26% se superano i 2.000 euro in un anno. Non ci sono esenzioni per i privati, e le piattaforme devono segnalare tutte le operazioni all’Agenzia delle Entrate. Non esiste una via legale per evitare le tasse se vivi e operi in Italia.

Quanto tempo ci vuole per diventare residente fiscale in Portogallo?

Il processo per ottenere il Golden Visa in Portogallo richiede in media 18-24 mesi. Devi investire almeno 500.000 euro in un immobile, presentare documenti di provenienza dei fondi, e attendere l’approvazione del SEF (Servizio Stranieri e Frontiere). Una volta ottenuto il visto, devi trascorrere almeno 7 giorni all’anno in Portogallo per mantenere lo status di residente fiscale.

Charlotte McCarthy
Charlotte McCarthy

Lavoro come consulente blockchain e ricercatrice in criptovalute per startup e fondi. Mi piace spiegare la tokenomics e scrivere articoli su coin e airdrop con un taglio pratico. Parlo a conferenze e costruisco community intorno a progetti web3.

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