Come creare una firma digitale per le transazioni crypto passo passo

Come creare una firma digitale per le transazioni crypto passo passo

Calcolatore di Firma Digitale Crypto

Passo 1: Hash della transazione

Passo 2: Firma ECDSA

Passo 3: Codifica DER e Sighash

Quando parliamo di firma digitale in criptovalute è un metodo crittografico che permette di dimostrare la proprietà di un indirizzo e di autorizzare una transazione senza rivelare la chiave privata, stiamo parlando del cuore della sicurezza delle blockchain.

Punti chiave

  • La firma digitale parte da un hash SHA‑256 della transazione.
  • Le firme crypto usano ECDSA su curva secp256k1 (Bitcoin) o altre curve (Ethereum).
  • Il processo prevede quattro passaggi: hash, firma, calcolo dei valori r e s, codifica DER + sighash.
  • Usare librerie provate (libsecp256k1, BitcoinJS, Web3.py) evita errori di sicurezza.
  • Confronta ECDSA con RSA e Schnorr per scegliere la soluzione più adatta.

Cos’è una firma digitale?

In pratica, una firma digitale è una prova matematica che collega in modo inalterabile il mittente a una transazione. Grazie alla crittografia a chiave pubblica, chi possiede la chiave privata può generare una firma, mentre chiunque abbia la chiave pubblica può verificarla. Non c’è bisogno di autorità centrale: la rete stessa conferma la validità della firma.

Passo 1: hash della transazione con SHA-256

Il primo passo è trasformare i dati grezzi della transazione (input, output, importi, timestamp) in una stringa di 256 bit. Si usa l’algoritmo SHA-256 perché è resistente alle collisioni (2^128 operazioni per una collisione) e produce sempre 64 caratteri esadecimali. Nei contesti Bitcoin, BIP‑143 richiede il doppio SHA‑256 (hash‑hash) per le transazioni SegWit.

Passo 2: firma con ECDSA su secp256k1

L’algoritmo più usato è l’ECDSA (Elliptic Curve Digital Signature Algorithm). Satoshi Nakamoto lo scelse per la sua efficienza: una chiave di 256 bit fornisce lo stesso livello di sicurezza di una RSA da 2048 bit, ma con firme molto più piccole. La curva secp256k1 è definita dall’equazione y² = x³ + 7 e ha un punto generatore G con coordinate molto grandi (vedi specifiche SEC 2).

Scena cartoon della curva ellittica con punti G, k·G e bolle r e s, plus codifica DER.

Passo 3: calcolo dei componenti r e s

Una firma ECDSA è composta da due numeri interi a 256 bit: r e s. Il valore r è la coordinata x del punto k·G, dove k è un numero casuale generato in modo deterministico secondo RFC 6979. Il valore s si calcola con la formula:

s = k⁻¹ (hash + r·privateKey) mod n

dove n è l’ordine della curva (115792089237316195423570985008687907852837564279074904382605163141518161494337). La generazione corretta di k è cruciale: se k si ripete, un attaccante può ricavare la chiave privata, come dimostrato nel caso Sony PS3 del 2010.

Passo 4: codifica DER e aggiunta del sighash

Una volta ottenuti r e s, la firma va codificata in Distinguished Encoding Rules (DER). La struttura è:

30 | len | 02 | len(r) | r | 02 | len(s) | s

Alla fine si aggiunge un byte di sighash (di solito 0x01 per SIGHASH_ALL) che indica quali parti della transazione sono coperte dalla firma. Una firma completa in Bitcoin occupa circa 72 byte.

Confronto tra ECDSA, RSA e Schnorr

Caratteristiche principali degli algoritmi di firma
Algoritmo Dimensione chiave Dimensione firma Malleabilità Supporto blockchain
ECDSA (secp256k1) 256 bit ~72 byte Presente (mitigata da BIP‑62) Bitcoin, Litecoin, molte altcoin
RSA‑2048 2048 bit ~256 byte No Usato poco in crypto
Schnorr (BIP‑340) 256 bit ~64 byte Assente Bitcoin (Taproot), future implementazioni

Come vedi, Schnorr combina la compattezza di ECDSA con l’assenza di malleabilità, ma è ancora in fase di adozione più ampia. RSA è poco pratico per blockchain a causa delle firme ingombranti.

Confronto cartoon di ECDSA, RSA e Schnorr su una bilancia, con cristalli post‑quantistici sullo sfondo.

Errori comuni e consigli pratici

Molti sviluppatori inciampano nei primi mesi. Ecco le trappole più frequenti:

  • Random non deterministico: usare SecureRandom difettoso porta a chiavi rubate (Android 2013).
  • DER errato: 78 % dei bug su GitHub riguarda la codifica DER; controlla sempre lunghezze e tag.
  • Hash sbagliato: Bitcoin richiede double‑SHA256; Ethereum usa Keccak‑256.
  • Valore s non «low‑S»: BIP‑62 richiede s < n/2; altrimenti la transazione può essere modificata da terzi.
  • Endianess: 32 % degli errori è dovuto a byte in ordine inverso.

La regola d’oro è: non scrivere la crittografia da zero. Usa librerie testate e segui le linee guida di Bitcoin Core.

Strumenti e librerie consigliate

Ecco le opzioni più diffuse per creare firme senza reinventare la ruota:

  • libsecp256k1: la libreria C ufficiale di Bitcoin, usata da tutti i wallet principali.
  • BitcoinJS (npm): wrapper JavaScript che gestisce hash, firma e DER in pochi comandi.
  • Web3.py: per Ethereum, usa eth_account.Account.signTransaction che segue ECDSA su secp256r1.
  • PyCryptodome: fornisce SHA‑256, generazione di nonce RFC 6979 e codifica DER.

Un esempio rapido con BitcoinJS:

const bitcoin = require('bitcoinjs-lib');
const keyPair = bitcoin.ECPair.makeRandom();
const psbt = new bitcoin.Psbt();
psbt.addInput({ txid: '…', index: 0, nonWitnessUtxo: Buffer.from('…', 'hex') });
psbt.addOutput({ address: '1A1zP1eP5QGefi2DMPTfTL5SLmv7DivfNa', value: 15000 });
psbt.signInput(0, keyPair);
psbt.finalizeAllInputs();
const txHex = psbt.extractTransaction().toHex();

In meno di 30 secondi hai una transazione firmata correttamente.

Prospettive future: firme post‑quantistiche

Il consenso tra gli esperti è chiaro: entro i prossimi 15‑20 anni i computer quantistici potrebbero rompere ECDSA. NIST sta standardizzando firme basate su reticoli (CRYSTALS‑DILITHIUM) e combinazioni ibride. Per ora, la strategia più sicura è mantenere backup offline delle chiavi private e monitorare gli aggiornamenti dei protocolli (es. Taproot, Schnorr, MuSig2).

Domande frequenti

Perché non posso usare RSA per le firme nelle criptovalute?

RSA richiede chiavi da 2048 bit per una sicurezza simile a ECDSA 256 bit, il che genera firme di circa 256 byte. Questo appesantisce le transazioni e aumenta i costi di rete, mentre le blockchain puntano a essere il più leggere possibile.

Come garantisco che il valore k sia davvero casuale?

Usa la generazione deterministica definita in RFC 6979. Le librerie moderne (libsecp256k1, BitcoinJS) implementano già questo metodo, così non devi preoccuparti di fonti di entropia difettose.

Che differenza c'è tra SIGHASH_ALL e SIGHASH_NONE?

SIGHASH_ALL (0x01) firma l’intera transazione, impedendo modifiche a inputs e outputs. SIGHASH_NONE (0x02) firma solo gli inputs, permettendo a chiunque di cambiare gli output - utile in contratti multidevice ma rischioso se usato impropriamente.

Qual è il vantaggio principale delle firme Schnorr rispetto a ECDSA?

Schnorr elimina la malleabilità, permette l’aggregazione di firme (MuSig) e riduce la dimensione della firma a 64 byte. Questo porta a transazioni più piccole e costi di rete inferiori, specialmente per multisig.

Devo preoccuparmi della compatibilità tra ECDSA su secp256k1 e Ethereum?

Ethereum usa di default la curva secp256r1 (noto anche come NIST P‑256), ma la maggior parte dei wallet supporta ancora secp256k1 per compatibilità con tool come MetaMask. Controlla la documentazione della tua libreria e scegli la curva indicata dal network specifico.

Con queste informazioni sei pronto a generare firme sicure, a verificare transazioni e a scegliere l’algoritmo più adatto al tuo progetto crypto. Buona programmazione!

Charlotte McCarthy
Charlotte McCarthy

Lavoro come consulente blockchain e ricercatrice in criptovalute per startup e fondi. Mi piace spiegare la tokenomics e scrivere articoli su coin e airdrop con un taglio pratico. Parlo a conferenze e costruisco community intorno a progetti web3.

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RISPOSTE

Giulia Gavrila
Giulia Gavrila

La firma digitale rappresenta il fondamento della fiducia nelle transazioni decentralizzate; senza di essa, le blockchain perderebbero la loro integrità. È importante comprendere che l'hash SHA‑256 è il premessa imprescindibile per garantire l'unicità della firma. Utilizzando librerie consolidate come libsecp256k1 o BitcoinJS si riduce drasticamente la superficie di attacco. Nei casi in cui si opera su Ethereum, la curva secp256r1 richiede una gestione attenta dei parametri di hashing. Un corretto utilizzo del valore "low‑S" previene la malleabilità delle firme, come previsto da BIP‑62. Inoltre, la codifica DER deve essere verificata byte per byte per evitare errori di parsing. Il processo descritto nell'articolo è rispecchiato dalle best practice della community. Per chi sviluppa contratti intelligenti, è consigliabile aggiungere test unitari che simulino scenari di nonce ripetuto. Infine, mantenere sempre backup offline delle chiavi private rimane la migliore difesa contro compromissioni. Buon lavoro nella vostra implementazione.

  • dicembre 11, 2024
Giuseppe Medaglia
Giuseppe Medaglia

Nel vasto panorama della crittografia, la firma digitale non è semplicemente un meccanismo tecnico, ma una manifestazione della fiducia intrinseca tra entità autonome. La trasparenza offerta da una firma verificabile si pone in contrapposizione alla necessità di anonimato, creando un delicato equilibrio filosofico. Quando il valore del nonce è generato in modo deterministico secondo RFC 6979, si elimina l'elemento casuale che potrebbe erodere tale equilibrio. Tuttavia, è la capacità della rete di validare la firma in maniera neutrale che trasforma il protocollo in un patto sociale. Così, la blockchain diventa non solo un registro, ma un organismo etico in cui ogni transazione è subordinata a principi di immutabilità e responsabilità. Questa prospettiva trascende il mero codice per abbracciare una visione più ampia della governance digitale.

  • dicembre 11, 2024
Enrico DI FONZO
Enrico DI FONZO

Quando si maneggia la crittografia delle transazioni, la prima regola d'oro è non reinventare l'hash; l'SHA‑256 è stato testato in milioni di blocchi Bitcoin e la sua resistenza alle collisioni è comprovata. Il valore di nonce, generato tramite RFC 6979, elimina l'entropia debole presente nei generatori di numeri casuali non certificati, evitando il classico caso di chiave rubata per riutilizzo del nonce. Successivamente, la derivazione di r e s richiede una moltiplicazione scalare sul punto G della curva secp256k1, operazione estremamente efficiente grazie alle ottimizzazioni di libsecp256k1, che riduce il tempo di calcolo a microsecondi. È cruciale controllare che s sia inferiore a n/2 (low‑S) per rispettare la specifica BIP‑62; in caso contrario, si deve invertire il segno di s e aggiornare r di conseguenza, altrimenti la firma diventa soggetta a malleabilità. La codifica DER, composta da tag 0x30, 0x02, seguita da lunghezze e valori di r e s, deve essere scritta in forma big‑endian; un errore di endianess genera bug in circa il 32 % dei repository di wallet open‑source. Dopo la codifica, l'aggiunta di un byte sighash (tipicamente 0x01 per SIGHASH_ALL) definisce il dominio di copertura della firma, distinguendo tra SIGHASH_NONE, SIGHASH_SINGLE e altre modalità avanzate usate in contratti multi‑output. In ambienti SegWit, la doppia SHA‑256 (hash‑hash) è obbligatoria per la serializzazione della transazione, mentre in Ethereum si utilizza Keccak‑256, creando una divergenza che richiede attenzione quando si sviluppano bridge cross‑chain. I driver hardware come Ledger o Trezor delegano la generazione di r e s al firmware, garantendo che il valore di k non fuoriesca mai in memoria volatile, un requisito essenziale per la resistenza contro gli attacchi side‑channel. Infine, per protocolli post‑quantistici, è consigliabile implementare firme basate su reticoli, come CRYSTALS‑DILITHIUM, in maniera ibrida con ECDSA, per preparare la migrazione futura senza interrompere la compatibilità attuale. Questi passaggi, se seguiti scrupolosamente, assicurano che la vostra firma digitale sia robusta, verifica‑compatibile e pronta per l'ecosistema blockchain attuale e futuro.

  • dicembre 11, 2024
Fabio Queiroz
Fabio Queiroz

Ehi, non dimenticate di settare il flag low‑S quando usate BitcoinJS, altrimenti rischiate di incorrere in problemi di malleabilità.

  • dicembre 11, 2024
Giovanna Vigliotti
Giovanna Vigliotti

Ragazzi, una buona pratica è testare sempre il flusso di firma con unit test che simulino scenari di nonce duplicato; così si evitano sorprese brutte in produzione. Inoltre, un po' di colore nella documentazione (ad esempio diagrammi di flusso) rende il processo più digeribile per chi è alle prime armi.

  • dicembre 11, 2024
Martina Tropea
Martina Tropea

È davvero drammatico vedere ancora chi scrive la propria implementazione di ECDSA senza il minimo controllo su DER! :'( La sicurezza della blockchain non è uno spettacolo da provare a caso.

  • dicembre 12, 2024
Giuseppe Barbagallo
Giuseppe Barbagallo

Controllate sempre che la firma sia in formato low‑S; è un passaggio semplice ma fondamentale.

  • dicembre 12, 2024
Danilo Cattaneo
Danilo Cattaneo

Osservazione: l'utilizzo di librerie come libsecp256k1 riduce il margine d'errore. 😎

  • dicembre 12, 2024
Felice Williams
Felice Williams

Se continui a ignorare i pattern di firma low‑S, finirai per bruciarti il portafoglio! 🔥🚀

  • dicembre 12, 2024
Giovanna Fragnelli
Giovanna Fragnelli

Il valore di k deve essere unico per ogni firma.

  • dicembre 12, 2024

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